Password vulnerabili? un assist agli hacker. Le regole per sceglierne una robusta

Le password meno sicure sono le più usate. E basta meno di un secondo per scoprirle. Al mondo, nel 2021, la parola chiave più usata è stata «123456». Tra le altre password più gettonate: «qwerty», «password» e «1q2w3e» e anche «111111», «123123» e «iloveyou». Passando ai nomi di persona svetta «Micheal», tra i marchi di automobile primeggiano «Ferrari» e «Porsche», tra gli appartenenti alla fauna «Dolphin» ha la posizione più alta (tutte le graduatorie sono rintracciabili sul sito https://nordpass.com). In Italia anche le squadre di calcio scalano la classifica e tra le compagini del football «juventus» conquista questo non invidiabile scudetto.

La più usata è la parola chiave facile. Ma è la meno sicura


Considerate da altro punto di vista gli analisti riferiscono dati allarmanti per la vulnerabilità dei dispositivi usati tutti i giorni a chiunque: l’84,5% delle credenziali è scoperto, con l’uso di appositi applicativi, in meno di un secondo. E il dato si è aggravato rispetto a quello, 73%, registrato nel 2020.

Esistono tra l’altro tabelle riepilogative sul tempo necessario alla intercettazione della password e anche siti che misurano questo lasso di tempo. Per esempio, accedendo a https://www.security.org/how-secure-is-my-password/ è possibile ottenere immediatamente un riscontro sul tempo che è necessario a un malfattore cibernetico per svelare le credenziali.

Diventa, quindi, cruciale sapere come scegliere una buona password. Anzi, poiché la vita, anche nei suoi aspetti quotidiani si svolge in rete, una efficace scelta delle password è necessaria come chiudere la porta di casa quando si esce. È paradossale oltre che autolesionista, quindi, un comportamento lassista o di sottovalutazione, che pur di assecondare la pigrizia e l’inerzia, accetti di correre rischi così alti.

Rischi che il sistema di protezione pubblica non dimostra di essere in grado di arginare. Insomma, in rete bisogna aiutarsi da sé a partire dalle parole chiave. A questo riguardo un vademecum divulgativo è stato steso dal Garante della privacy.

Impostazione corretta – Stando ai consigli del Garante una buona password deve essere abbastanza lunga: almeno 8 caratteri, anche se più aumenta il numero dei caratteri più la password diventa «robusta» (si suggerisce intorno ai 15 caratteri). La credenziale, poi, deve contenere caratteri di almeno 4 diverse tipologie, da scegliere tra: lettere maiuscole, lettere minuscole, numeri, caratteri speciali (cioè punti, trattino, underscore, ecc.).

Non si devono inserire riferimenti personali facili da indovinare (nome, cognome, data di nascita, e così via). La parola chiave non deve nemmeno contenere riferimenti al nome utente (detto anche user account, alias, user id, user name). Inoltre, è meglio evitare che contenga parole «da dizionario», cioè parole intere di uso comune: è meglio usare parole di fantasia oppure parole «camuffate» per renderle meno comuni, magari interrompendole con caratteri speciali (per esempio: caffè può diventare caf-f3).

Il Garante informa che esistono infatti software programmati per tentare di indovinare e rubare le password provando sistematicamente tutte le parole di uso comune nelle varie lingue, e con questa accortezza si può rendere il loro funzionamento più complicato.

Il Garante ricorda anche che la password andrebbe periodicamente cambiata, soprattutto per i profili più importanti o quelli che si usano più spesso (e-mail, e-banking, social network).

Gestione precisa – Il Garante avverte che bisogna utilizzare password diverse per account diversi (e-mail, social network, servizi digitali di varia natura). In caso di furto di una password si evita così il rischio che anche gli altri profili che appartengono alla stessa persona possano essere facilmente violati. Altra accortezza importante è quella di non utilizzare password già utilizzate in passato. Occorre poi ricordare che le eventuali password temporanee rilasciate da un sistema o da un servizio informatico vanno sempre immediatamente cambiate, scegliendone una personale

Meccanismi multi-fattore – Il Garante consiglia, per stare più tranquilli, di utilizzare (non sempre disponibili) meccanismi di autenticazione multi-fattore (come codici Otp one-time-password), che rafforzano la protezione offerta dalla password.

Conservazione – Per garantire un livello di sicurezza bisogna pensare a scegliere bene le password e, poi, a conservarle ancor meglio: le password non vanno mai scritte su biglietti che poi magari si conservano nel portafoglio o in borsa, o che si possono distrattamente lasciare in giro, oppure in file non protetti sui dispositivi personali (computer, smartphone o tablet).

Bisogna evitare sempre di mettere altri a conoscenza delle password via e-mail, sms, social network, instant messaging. Anche se comunicate a persone conosciute, le credenziali potrebbero essere diffuse involontariamente a terzi o rubate da malintenzionati.

Se si usano pc, smartphone e altri dispositivi che non ci appartengono, va evitato sempre di lasciare conservate in memoria le password utilizzate.

Valutare i gestori – Si tratta di programmi specializzati che generano password sicure e consentono di appuntare in formato digitale tutte le password salvandole in un database cifrato sicuro. Ce ne sono di vario tipo, gratuiti o a pagamento. Il Garante lascia ai singoli la valutazione se usarli o non usarli.

di Antonio Ciccia Messina (Fonte: Italia Oggi Sette del 17 gennaio 2022)