Dal Garante per la Privacy
Martedì, 27 Aprile 2021 09:04
Negli ultimi anni la gestione del rapporto di lavoro appare sempre più complessa sotto molteplici profili, tra cui quello non meno importante della privacy. Infatti, la mole di dati del lavoratore, che i datori di lavoro e i professionisti che li assistono sono chiamati a trattare, è cresciuta specie nell’ultimo anno dove, a causa della pandemia da Covid-19, si sono aggiunte ulteriori tipologie d’informazioni. In questo solco s’inserisce, ora, il protocollo d’intesa siglato il 22 aprile 2021 tra l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e il Garante per la protezione dei dati personali, con il quale è stato avviato un rapporto di collaborazione strategica al fine di assumere orientamenti condivisi su questioni specifiche.
L’accordo di “prospettiva” e strumenti tecnologici nelle attività lavorative – Per tale strada, quindi, Inl e Garante hanno stretto un accordo, avente una durata biennale, che tiene conto sia dell’esigenza di una più intensa cooperazione tra le due istituzioni, sia delle possibili dinamiche che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni; infatti, come sottolineato nella premessa, nell’ambito dell’attuale emergenza epidemiologica «è sempre più frequente il ricorso a modelli di prestazione “a distanza” (ad. es. c.d. lavoro agile) e all’adozione di strumenti tecnologici preordinati a contenere il rischio di contagio nei contesti lavorativi pubblici e privati, anche mediante applicativi da installare su dispositivi mobili indossabili o su smartphone» ed «è altamente probabile che i predetti processi siano destinati a permanere, potenzialmente sotto altra veste, anche oltre l’emergenza».
Da qui la necessità di muoversi lungo una linea condivisa, in un’ottica sia di prospettiva interna di approfondimento e confronto, sia di prospettiva esterna, implementando lo sviluppo sinergico e la coerenza delle decisioni dei due organismi. Sulla base, quindi, di tali elementi le due parti si sono impegnate ad avviare un processo di reciproca collaborazione e sviluppo di attività consultive sulle tematiche di rispettiva competenza, con particolare riferimento all’utilizzo di strumenti tecnologici connessi allo svolgimento del rapporto di lavoro, anche fuori dei casi in cui è previsto un parere formale, concorrendo così all’individuazione delle soluzioni più idonee e coerenti con il quadro ordinamentale.
Campagne informative e azioni formative – Un altro punto fondamentale del Protocollo riguarda l’impegno in materia d’informazione e di formazione. Le parti si sono impegnate a promuovere campagne comuni d’informazione e azioni formative, con l’obiettivo di «condividere e diffondere buone prassi e prevenire trattamenti di dati personali non conformi alla disciplina in materia di protezione dei dati e alla rilevante disciplina nazionale di settore, e in particolare, quella in materia di controllo a distanza dei lavoratori».
Sotto tale profilo non va nemmeno dimenticato che il rimaneggiamento dell’articolo 4 della legge 300/1970, operato dall’articolo 23 del Dlgs 151/2015, se da un lato ha inciso profondamente sul potere di controllo a distanza da parte del datore di lavoro, dall’altro ha fatto anche crescere l’esigenza che al lavoratore sia garantita una piena tutela rispetto a possibili trattamenti invasivi dei propri dati personali. Da qui l’ulteriore esigenza delle due istituzioni di dare vita a rapporti più stretti, anche attraverso attività formative di aggiornamento e di approfondimento in merito alle tematiche di interesse comune.
Protocollo d’intesa tra Garante e Guardia di Finanza – Da rilevare, infine, che tale accordo si va ad affiancare al protocollo firmato lo scorso 31 marzo tra il Garante e la Guardia di Finanza, con l’obiettivo di rafforzare le sinergie e migliorare l’efficacia complessiva delle attività connesse alla vigilanza sul rispetto delle norme che disciplinano la tutela dei dati personali.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 27 aprile 2021